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19 de marzo de 2017

Il Giudizio Finale e la vera storia di San Pietro

21 Febbraio 2014
dal Sito Web SoySanador
traduzione di Nicoletta Marino




Il Papa Francesco Insiste ad annunciare il Giudizio Finale
Intanto sveliamo come nacque veramente la chiesa cristiana.




Il Giudizio Finale e la vera storia di San Pietro

Come colofon dell’inteso fine dell’anno in cui i Gesuiti ci hanno dato lequattro perle di informazione  a cui abbiamo dedicato gli ultimi quattro articoli, il suo capo visibile e capo della Chiesa cattolica, ci corprende di nuovo con una inquietante affermazione:
Il GIUDIZIO FINALE E’ ADESSO.
Poco tempo fa abbiamo visto Papa Francescco che baciava le reliquie di San Pietro e oggi spieghiamo la portata di questo rituale  e chi era veramente il falso Pietro, fondatore della chiesa cristiana.

Presentiamo anche i suoi alter-ego Giano e Thot e la relazione con uno dei figli di Lucifero.

E per gli amanti della simbologia riveliamo quello che in realtà c’è di occulto nell’ANK e nel Disco Solare egiziano e nell’Ouroboros degli Gnostici.



Giudizio Finale

Si conferma il tentativo di attivare la "soluzione Finale" della Consacrazione del Mondo al Cuore della Vergine di Fatima, a cui abbiamo assistito e che abbiamo denunciato nel primo di questi articoli.

Si tratta della soluzione finale che è stata già applicata ai tempi di Gesù e che sembra logico attivare adesso nel momento in cui il conto alla rovescia inizia. Gli esseri di Luce possono essere un fastidio e una minaccia, bisogna eliminarli e il modo più semplice ed effettivo è con l magia nera.

Prima la magia, poi Giuda, Pilato, Caifa o chicchessia furono loro a rendere attiva la maledizione. 

E’ una magia simile al rituale detto "Pulsa Denura" che i Sionisti usano su coloro che li tradiscono e che ha provocato nel 1995 l’assassinio di Isaac Rabin e recentemente con la morte di Ariel Sharon, dopo quasi otto anni di coma irreversibile.
Tutti e due, ex primi ministri di Israele, un incarico delicato.

Grazie, Signor Jorge Bergoglio per confermare il conto dopo la Misericordina che abbiamo rivelato e per tutto quello che ha fatto a Roma in ottobre, a Parigi e Troyes a dicembre e a Malta a gennaio 2014.

Grazie per la sua convalida, anche se non ne abbiamo bisogno, perché sappiamo che è Verità e che chi ci convalida è la Fonte, non un impostore come "quei picooli dei usurpatori" che Lei serve.

La ringrazio anche perché ci facilita molto il lavoro spiegando chi sono realmente i suoi fratelli Gesuiti. Si, mi riferisco a quella eresia chiamata Montanista del I secolo della nostra era.

Una eresia che lei apprezza molto, a tal punto che ha voluto presentarla in pubblico, nelle catacombe di Santa Priscilla.




Il Papa annuncia che il GIUDIZIO FINALE avviene "adesso"
11 Dicembre 2013




In un giorno numerologicamente scelto come l’11 dicembre 2013 (11-12-13) il giorno della Catechesi, Papa Francesco fa fatto riferimento al giudizio finale con usando parole inquietanti:
"Parlerò del giudizio finale, ma non abbiate paura" e " Quell’allegria della fine inizia già adesso"
'...quell’allegria per il finale inizia ADESSO, poiché la vicinanza di Dio, essenza del cielo, o l’allontanamento, essenza dell’inferno, sono una libera decisione che ognuno prende ogni giorno: il giudizio avviene proprio ORA…nel corso della nostra esistenza".



Parole opportune dell’autore di "Sono andati a cercarmi alla Fine del Mondo" (le prime parole del Papa ai cardinali nella sua prima apparizione in pubblico) che corroborano il conto alla rovescia che era iniziato con la presentazione della scatoletta di 59 pasticche di "Misericordina" lo scorso 17 novembre.




Dopo il Giudizio arrivano i segnali

Quanto segue potrebbe essere solamente un aneddoto.

Ma gli aneddoti sono parte intrinseca del terzo sistema di segnali e anche se fossero utili solo per riflettere (in questo caso far ridere), bisognerebbe tenerne conto.


La colomba ha preso il volo rifiutandosi di rilasciare dichiarazioni
Sui motivi che l’hanno indotta a tenere un comportamento simile
Sul sommo Pontefice.


Il 18 dicembre, mentre il papa salutava i fedeli dalla papa-mobile, una colomba si è posata sul tetto di cristalalo e svuotò i suoi intestini davanti aglli attoniti pellegrini e alle telecamere.

Un secondo prima, il Santo Padre la indicava alla gente come dicendo "Dio ci benedice con la sua pace.




Alcuni giorni dopo, un fulmine ha colpito il Cristo Redentore del Corcovado di Rio de Janeiro e danneggiò il dito più lungo.

Il 18 di gennaio, il giorno di Santa Priscilla, è stata una "casualità" che corrobora il culto segreto che i Gesuiti professano per l’eresia montanista guidata dalla profetessa Priscilla (che inseguito sarà assimilata come Santa Priscilla, la prima martire cristiana).

La statua danneggiata, sulla quale abbiamo già riportato due anni fa, si trova a Rio de Janeiro, una città che porta il nome del mese dedicato al Dio Giano (januarius in latino o january in inglese).

Il dio romano Giano è il protagonista di questo articolo sotto lo "pseudonimo" che lo ha reso tanto famoso: San Pietro. Il falso, perché l’apostolo di Gesù non ha MAI viaggiato a Roma.

Il mese di januarius, gennaio, però, se ne andava anche se era stato il più divertente per quanto accaduto con tutto il rispetto per i difensori degli animali.

All’Angelus di domenica 26 gennaio, Papa Francesco, insieme a due bambini, ha realizzato la cerimonia del volo delle colombe che sono il simbolo della pace. I due bambini ai lati di Papa Francesco hanno lasciato libere le colombe. Immediatamente queste sono state attaccate a sorpresa e con grande violenza da un corvo nero e da un gabbiano sotto gli sguardi stupefatti di migliaia di pellegrini riuniti in Piazza San Pietro.

La colomba attaccata dal gabbiano ne è uscita abbastanza bene, con alcune piume in meno perché si è svincolata subito; quella presa di mira dal corvo ha ricevuto beccate per parecchio tempo.


Sequenza dell’attacco.
Il corvo e il gabbiano stavano in agguato in attesa dell’uscita delle colombe della Pace dal Balcone?
Preferisco credere in questa versione piuttosto che nelle beate casualità.


Delle due colombe infine si sono perse le tracce; sono fuggite terrorizzate e non ne sappiamo nulla.

L’attacco del gabbiano potrebbe rientrare nella normalità, per il corvo però, tenendo conto del suo significato nell’occultismo, dà da pensare che tutto fosse predisposto per dare un nuovo segno criptato di quelli che tanto li divertono.




Natali in Vaticano

I Natali a Roma sono stati pieni di doppi sensi.

Alcuni giorni prima m il 17 dicembre, il Papa ha celebrato il suo compleanno e ha voluto invitare a pranzo tre persone senza fissa dimora che gli regalarono un mazzo di girasoli, secondo quanto riferito era perché "quei fiori guardano verso il sole" (per caso conoscevano l’adorazione satanica al Sole che tanto piace agli anunnaki?).

Poi uno di loro ha detto:
"Vale la pena essere vagabondi così si è ricevuti dal Papa".
Questa è la grande scommessa che i capisquadra, siano sacerdoti, monarchi, banchieri o militari hanno ottenuto:
il ringraziamento e l’orgoglio di essere schiavi o mendicanti.
Nell’ultima celebrazione del 2013, Papa Francesco ha presieduto nella Basilica di San Pietro i vespri per la Solennità di Maria Santissima Madre di dio.

Nella sua omelia, il Papa ha iniziato ricordando che l’apostolo Giovanni definisce il tempo presente in maniera precisa:
"E’ arrivata l'ultima ora".
E ha spiegato che
"siamo già negli "ultimi" tempi dopo i quali, ci sarà il passaggio finale, sarà la seconda e definita venuta di Cristo".
E nel primo atto dell’Anno Nuovo ha detto:
"Ricordiamo quel gran momento della storia della Chiesa antica, il Concilio di Efeso, poco dopo fu costruita la Basilica di Santa Maria Maggiore dove si venera l’immagine della Madre di Dio con il titolo di Salus populi romani".
E ha terminato dicendo:
"Il lemma che ci guida verso il 2014 è: La tua Alleanza è la nostra Missione".
E’ chiaro che si riferiva all’Alleanza con la Santissima Vergine Maria che non è la Madre di Gesù. Per Vergine Maria intendeva la dea sumero-anunnaki Ishtar/Inanna di cui abbiamo parlato in A mia Madre no.

Durante la Messa di Moloch (scusate... la messa del Gallo), che non è iniziata a mezzanotte ma proprio alle 21:21, il Papa ha detto:
"Nella nostra storia personale ci sono anche momenti di luce e di oscurità, luci e ombre".
Stava iniziando a confessare?


Il Papa davanti all’altare preparato per la messa del Gallo
Che evoca l’Arca dell’Alleanza, con i due angeli che la proteggono.
Altro doppio senso del Papa, questa volta sull’incognita più sfuggente per l’umanità attuale.
Perché l’Arca esiste, anche se come speriamo, non assomiglia per niente a tutto quanto abbiamo ipotizzato.


Poi Papa Francesco ha deposto l’immagine del Bimbo in un presepe e ha iniziato la messa.


Grrrrrrr... NON LO TOCCATE!




Gli intermediari si rivendicano

Nell’omelia del 30 gennaio il Papa ha detto:
Il cristiano non è un battezzato che riceve il Battesimo e poi va per la sua strada. Un cristiano non senza la Chiesa.
A tal proposito il grande Paolo VI diceva che è una dicotomia assurda amare Cristo senza la Chiesa; ascoltare Cristo, ma non la Chiesa: stare con Cristo ai margini della Chiesa: Non si può.

Il potere unico risiede proprio nel ruolo degli intermediari.

Per questo è stata creata una chiesa che Gesù non ha mai chiesto, è per avere una legione di intermediari con cui deviare il vero collegamento con il Creatore, fagocitando e impedendo la nostra unione diretta con la Fonte.

Per questo motivo è venuto Gesù, per lasciare uno spiraglio aperto attraverso il quale nei futuri duemila anni, milioni di persone potessero entrare in contatto direttamente con la Fonte., con l’Amore incondizionato attraverso la sua persona, oltre le religioni e i loro migliaia di agenti su commissione.



"Qui dice che ogni anno la chiesa raccoglie miliardi in donazioni"
"A me non è arrivato nulla! Andranno agli intermediari!"

Nella vignetta, sostituisci "donazioni" con "collegamenti" con la Fonte.


Questi "agenti rivenditori su commissione" si permettono anche dei ghigni "satanici", come dire che 6,6 milioni di fedeli hanno partecipato a incontri con Papa Francesco (non c’era bisogno del terzo decimale per captare l'allusione al numero 666, il numero della Bestia).


La Prefettura della Casa Pontificia ha reso pubblico un comunicato
dove riporta che a partire dalla sua elezione, il 13 marzo,
più di6,6 milioni sono venuti in pellegrinaggio in Vaticano.




Pietro, la Chiesa non è mai appartenuta a Gesù

Nell’articolo precedente, Priscilla, Bomba in Vaticano - Parte 7, abbiamo rivelato che la formazione della Chiesa cristiana si deve ad una dura lotta tra due fazioni.

Una di loro vinse occupando così il grande centro del potere mondiale, chiamato Vaticano, per secoli.

E’ la fazione capeggiata da Pietro. L’altra perse e fu perseguitata e quasi annullata, ma sopravvisse e risorse con tale forza che adesso ha "ripreso" il Vaticano e si proclama vincitrice definitiva di questa lunga guerra civile.

Stiamo parlando di bande rivali di tiranni, ma in questo articolo abbiamo spiegato le corrispondenze con i padroni che servono, che noi chiamiamo carinamente O.O. - Origine dell’Oscurità sul pianeta.

Conosciamo la vera identità di Pietro, il fondatore della Chiesa cristiana.




Chi era veramente Pietro?

Pietro è la frode più grande della storia.

Il cristianesimo non nacque dai proseliti di Gesù e le migliaia di martir cristiani sbranati dalle fiere a opera dei Romani, non furono migliaia né furono condannati dai Romani.

I martiri erano i proseliti dell’eresia Montanista, condannati proprio dalla Chiesa di Pietro con la connivenza del potere romano.

La nuova religione creata da Pietro fu una manovra per assorbire e neutralizzare la venuta di Gesù e per manipolarla a proprio beneficio. Gesù non chiese mai di creare una religione che lo adorasse, però crearla ed espanderla era la maniera migliore per rovinare un lavoro che nonostante tutto cambiò il mondo per sempre.

Per verificare la vera identità di Pietro, visto che abbiamo detto che non fu Pietro l’apostolo di Gesù che non venne mai a Roma, seguiremo i simboli, che sono la spiga di grano che la storia e la leggenda hanno seminato nei secoli per far sì che quando fosse l’ora di ritornare alla Verità fossimo in grado di trovare la strada.

E i simboli ci fanno affermare che la Chiesa non ha mai avuto origine da Gesù, ma che è nata direttamente dal culto del principale dio adorato in Roma: Giano.




Giano o Ianus era un antico dio solare assiro babilonese, assimilato prima come dio principale dagli Etruschi e poi dai Romani.

La sua principale caratteristica era di avere due volti, ognuno guardava da un lato, una girata verso il passato e l’altra verso il futuro, lui era il guardiano della soglia che li separava. Gli era dedicato il primo mese del ciclo dell’anno nuovo (gennaio che deriva da ianuarius) e lo si relaziona con il principio (alfa) e con la fine (omega) di tutte le cose.

E’ l’asse della ruota del tempo ed è conosciuto come il "Signore dell’Eternità".

E’ anche il "Principium Deorum" o dio degli inizi e era invocato ogni mattina all’inizio della giornata di lavoro o ogni volta che si iniziava un’attività.


Giano con le chiavi, il baculo e il gallo,
segni condivisi da  San Pietro.


Giano, il dio dai due volti, è il sincretismo di Moloch (il sumero anunnaki Ningishzida).

Per questo alcune monarchie - le agenti di questa fazione anunnaki - hanno come simbolo l’aquila bicefala. Il simbolo di Moloch sono gli uccelli rapaci o uccelli con artigli, come il drago, il gufo, il gallo, il pavone reale, etc.


I due volti di Giano
 e stemma della famiglia russa dei Romanov.


Giano, una divinità profondamente radicata nel popolo, era il dio delle porte e lo si poneva sulla porta delle case (i Romani chiamavano le porte "janua").

Ecco da dove deriva il suo nome e le due chiavi che lo rappresentano, una d’oro e l’altra d’argento, gli opposti - e sono associate alle due porte dei solstizi (solstizi del cancro e del capricorno). Nella simbologia cristiana queste chiavi sono le chiavi dell’apostolo Pietro, che aprono e chiudono le "porte del cielo" e formano parte sempre dello stemma del Vaticano.

Il solstizio del Cancro si è trasformato nella Festa di San Giovanni.




I Pontefici di Giano

Il culto di Giano era quello che predominava in Roma, era il più antico.

Durante l’impero romano i sacerdoti erano riuniti in confraternite e la più importante era quella dei pontefici o costruttori di ponti. Tutto il culto romano girava attorno a loro e si occupavano attentamente del Tempio di Giano.

Tra di loro eleggevano il "Pontifex Maximus", una carica a vita ed era considerato l’autentico capo della religione romana, esattamente come adesso i Papi e erano chiamati Sommo Pontefice.

Ad un certo punto della Storia, il Pontefice Massimo, che era anche il sacerdote di Giano, sostituì il suo appellativo con il nome di Pietro (per far coincidere tutto) e passò ad essere il primo Papa della Chiesa Cattolica.

Parallelamente si costruiva la nuova religione e si scrivevano i Vangeli, senza nessun testimone diretto di quello che raccontavano e pertanto suscettibili di una manipolazione inimmaginabile.

La carica di "Sommo Pontefice" (dal cristianesimo di Pietro) o "Pontefice Massimo" (dal culto di Giano) è molto antico, ma ancora oggi conserva tutta la validità visto che è quello che usa Francesco sul suo account Twitter.


@Pontifex_es account ufficiale di Twitter del papa Francesco
Seguito da 4.668.402 persone.
Non crediate siano molte,
quello di Lady Gaga è seguito da 41.023 355
(il paragone non ha nessun doppio senso).


E’ una realtà molto amara per quelli di noi che da bambini credevamo nella storia e nella religione in cui i nostri padri ci avevano cresciuto.

Per addolcire tanto inganno, ecco un dolce consiglio gastronomico…

Il primo di gennaio, si celebrava a Roma la festività dei Januales con danze e fuochi. Era costume scambiarsi regali e auguri per l’anno che stava per iniziare come lo facciamo oggi.

I Romani indossavano i loro abiti migliori (o confezionavano abiti nuovi) per quei giorni e si adornavano con i gioielli più belli come continuiamo a fare oggi per il Capodanno.

Dopo aver compiuto i sacrifici a Jupiter sul Campidoglio, i Romani andavano al tempio di Giano per offrire datteri, fichi, miele e dei dolci rotondi a forma di ruota che chiamavano "Janual". Questa è l’origine della saporita ciambella ritorta dei Re, una dolce rappresentazione della ruota del tempo usata dal dio Giano.


La ciambella dei re ha origine dal culto a Giano,
una metafora eccellente del campo toroidale,
la forma che prende l’energia in tutto l’universo,
anche nell’essere umano.




La madre di Giano

La madre di Giano, Junone, è molto importante per dimostrare chela religione cattolica è la continuazione del culto a Giano e che non è mai stata la chiesa di Gesù e nemmeno la chiesa dell’Amore.

Il suo simbolo, poi, e quello dell’Ank egiziano sono di vitale importanza per smascherare la pietra angolare dell’Oscurità di questo pianeta:
il codice nº 666, il nº del diavolo o della bestia.
Se Giano dà il nome a Gennaio, il mese di gennaio, sua madre chiamata Juno, lo dà al mese di giugno.

Giunone (Juno) è la dea principale dell’antica Roma, sposa di Jupiter (Giove) e considerata la "regina del cielo" (come la Vergine Maria) e anche la protettrice del sesso femminile e delle spose virtuose.

In Sumeria era conosciuta come Ereshkigal, sorella di Ishtar/Inanna, figlia del dio della Luna, Sin; e nipote di Enlil. Ereshkigal ebbe un figlio con Enki (il nostro Lucifero) Ningishzida, il dio romano Giano.


Ereshkigal,
madre di Ningishzida/Moloch/Giano,
in un famoso bassorilievo che si confonde spesso con sua sorella,
la buona Ishtar/Inanna.
(alcuni la conoscono come "la prostituta di Babilonia").


A Roma, la parola Juno (da "yeu"= forza vitale) per le donne, corrispondeva alla parola "genio" per gli uomini, per indicare lo spirito vitale della persona.
Con il tempo la parola juno cadde in disuso, ma "genio" continuò, il che permise ai fanatici religiosi del Medio Evo a sostenere che le donne non avevano anima e ad agire di conseguenza trattandole poco meno che se fossero animali.

In Grecia, l’equivalente di Giunone era Hera che aveva una pessima relazione con suo marito Giove, nonostante avessero trascorso una luna di miele di trecento anni, forse eccessiva.

Questo non impedisce che mitologicamente parlando, sia la protettrice del matrimonio come istituzione, matrimonio combinato, di matrimoni di convenienza come quelli che si pattuiscono tra famiglie e paesi.

Un uso che vige ancora oggi per i reali e le famiglie potenti, non è invano Hera/Giunone è la madre di Moloch (Ningishzida), capo del lignaggio anunnaki i cui agenti sono
Infatti Hera era rappresentata seduta su un trono, con un diadema in fronte e in mano uno scettro d’oro, come una vera regina.




Ai piedi della dea di solito c’erano pavoni reali o uno solo, l’animale a lei consacrato.

Il pavone reale, archetipo della vanità, è cosciente della sua bellezza ma usa anche le sue piume per difendersi e far fuggire il nemico.

E’ il simbolo di "Melech Tau", il dio adorato nella religione che si professa ancora oggi in Kurdistan, lo Yazidismo. Gli Yazidi affermano che il loro dio è il "maligno" di altre religioni  e non hanno dubbi che si tratti di Lucifero.

Ed hanno tutti ragione poiché Il Pavone Reale è l’animale sacro a Enki o Lucifero, il padre di Moloch (Ningishzida).


A sinistra la figura di "Melech Taus" il dio dello Yazidismo curdo.
Importante la stella a otto punte,
che come vedremo poi è il simbolo di Giunone..
A destra, le piume del pavone reale...
Riferimento a "l’occhio che vede tutto?".




Nella tradizione cristiana, il pavone rappresenta l’immortalità e la sua coda il cielo stellato.

In alcune occasioni lo vediamo insieme al calice dell’eucarestia, come nella fotografia presa dal "Giardino della Pigna" del Vaticano. In questo caso, l’eucarestia è una pigna gigante di cinque metri che è il simbolo della ghiandola pineale che è qualcosa come il controllo remoto che i "creatori" anunnaki lasciarono nell’essere umano.

Per il Cristianesimo il pavone reale rappresenta anche Cristo morto e resuscitato poiché il pavone reale è una delle forme in cui era rappresentata L’Araba Fenice che rinasce dalle sue ceneri.

Come potete vedere in quest’immagine di un pavone reale che vola, è innegabilmente simile all’Artaba Fenice, in effetti sono lo stesso animale.


Due pavoni reali o due Arabe Fenici?


L’Araba Fenice è il simbolo di uno dei lignaggi dei piccoli dei, quello di Moloch-Ningishzida, però rappresenta tutti gli anunnaki per estensione.

La sua importanza è tale che l’unico uccello che da secoli è in ogni cultura, la FEN-icia, e che oggi ha un paese intero - Kazakistan - e tutta una città, Astana, la sua capitale.

Nemmeno il Corridore, nel momento migliore della sua corsa, ha avuto tanta popolarità.

Un altro uccello consacrato a Giunone/Hera è il falco, il grande nemico della colomba, che attacca i suoi nidi con accanimento. Allo stesso modo, i seguaci della nuova chiesa di Pietro (del lignaggio di Moloch e i loro draghi, gufi, galli, falchi…) anno attaccato con tale accanimento i seguaci della colomba bianca, i seguaci dello Spirito Santo, riuniti nell’eresia dei Montanisti.

Il falco, lo troviamo in precedenza consacrato a Horus, il sincretismo di Marduk fratello di Moloch in Egitto.


Bogart e il suo Falco, uno dei grandi successi della sua carriera.
A destra, la sfilata dei Cavalieri dell’Ordine di Malta, con abiti tradizionali.
Non è un film, è il giorno della celebrazione del loro 900 anniversario
Davanti a papa Benedetto XVI, a cui imposero la rinuncia.


Humphrey Bogart sostiene la statuetta del falco nel film "Il Falco Maltese".

L’attore non ha niente a che vedere con Moloch o Giano, ma il "Falco dell’Isola di Malta" sì poiché l’isola fu affittata ai Cavalieri Ospedalieri conosciuti oggi come l’Ordine di Malta, seguaci di Moloch - al prezzo annuale di un falco.

Andiamo a conoscere adesso il simbolo di Giunone, originato dal simbolo del popolare "Tetragramma di Giano" che poi cambierà nome e diverrà il "Crismon" o Monogramma di Cristo, uno dei simboli più importanti del Cristianesimo.

Costantino marciava con il suo esercito verso la battaglia di Ponte Milvio quando, mentre stava pregando e chiedendo aiuto ai suoi dei per il giorno seguente, ebbe una visione (alcuni dicono che fu un sogno):
dei raggi neri neri uscivano dal sole mentre una croce si delineava nel cielo e si udivano le parole "In hoc signo vinces" (con questo segno vincerai).
Il giorno dopo fece in modo che tutti i soldati romani disegnassero quel simbolo, chiamato "labarum", sulle loro armature e stendardi.

Costantino vinse, prese la città di Roma e divenne padrone dell’Impero Romano e il segno che aveva visto divenne la ragione della sua conversione al Cristianesimo e divenne il Crismon o monogramma di Cristo, uno dei simboli primordiali del Cristianesimo.

La leggenda è bella, ma la croce che Costantino vide esisteva già prima della battaglia e si chiamava "Tetragramma di Giano", il simbolo di pietra più ripetuto nei numerosi templi e sulle lapidi di tutta Europa.


El "Tetragrama de Jano",
origine del "Crismón" o Monogramma di Cristo la "croce"
che fece convertire Costantino al Cristianesimo.




Giano aveva tre nomi secondo i suoi riti misterici.

Uno era Arkó (da Arkhanus, che significa "Occulto" ed è l’origine degli Arcani dei Tarocchi). Si scriveva così: a destra le quattro lettere del "Tetragramma di Giano": alfa, rho, chi (la C deriva lentamente dalla K) e omega.

In greco la parola Arkó significa: "Principium", coerente con il titolo "Principium Deorum" di Giano.

Dovendo rendere cristiano il simbolo di Costantino si trovò una giustificazione, da Jesù a Crismón. La croce quindi risulta composta dalle due prime lettere del nome Cristoi en greco, ("xριστός" da cui Chi =χ e Rho =ρ).

E visto che rimanevano da giustificare le altre due lettere del nome di Giano (Arkó), la Chiesa dice che Cristo è l’alfa e l’omega, il principio e la fine di tutto.

E così, hanno sostituito Giano, deificando Gesù, una manovra un po’ grossolana per occultare la vera provenienza del simbolo.




Il "Tetragramma di Giano" deriva dalla mescolanza di due simboli anteriori: quello della madre di Giano (Giunone) e l’Ank egiziano.

La dea Giunone era la madre di Giano e ha il suo nome al terzo asteroide scoperto nel sistema solare, uno dei più grandi che per la sua misura all’inizio fu classificato come un pianeta con un simbolo proprio.

E’ simile a quello di Venere, anche se se sostituisce il cerchio di Venere con una stella a otto punte che rappresenta il diadema a corona della dea Giunone e la grande coda del pavone reale.


Simbolo planetario dell’asteroide Giunone


Questo è un simbolo che oggi possiamo trovare in luoghi emblematici come il pavimento di Piazza San Pietro  in Vaticano o nella bandiera inglese.

Potrebbe trattarsi di un aneddoto, ma questo simbolo, apparentemente inoffensivo, è una versione appena modificata del codice nº 666 o numero della bestia.


A sinistra, la cerimonia di inaugurazione dei Giochi Olimpici di Londra 2012
E la piazza dell’obelisco in Vaticano,
racchiusa dallo splendido colonnato del Bernini.


All’improvviso appare in questa storia del Cristianesimo primitivo l’Ank, simbolo che piace a tutti, Sembra che non abbia niente a che vedere con questa storia, ma non è così. Primo, l’Ank è la stessa chiave di Giano e di Pietro…

Il simbolo egiziano più conosciuto dopo le piramidi, è l’Ank o croce ansata. Significa "vita" e chi la porta è identificato come un essere divino.

In relazione agli uomini, significa la ricerca dell’immortalità, poiché la longevità degli dei sumero-anunnaki li rese immortali agli occhi degli uomini.

Le chiavi di Giano e di Pietro corrispondono ad un adattamento romano di questo segno egiziano che indicava gli "dei immortali" tra gli "uomini inferiori" e i mortali. La chiave e l’Ank sono lo stesso simbolo.


A sinistra, Horus con l’aspetto di Falco (che è Marduk o Satana)
Porge l’Ank al suo fratellastro (Thot) sotto forma di Ibis.
A destra, frammento della "Consegna delle chiavi a San Pietro" di Pietro Perugino.
La chiave e l’Ank sono la stessa cosa.




...e l’Ank è un codice 666

Come tanti altri simboli a noi familiari, l’Ank è in realtà un codice 666 e l’intenzione che porta in sé è quella di interrompere, dividere in due il campo energetico della Terra.

La prima volta in cui abbiamo una testimonianza documentata dei codici 666 è in Egitto.


Questo non è un Ank.
Gli assomiglia, ma è il codice 666, che fa riferimento all’Ank



Cosa sono i codici 666?

Il numero 666 si riferisce al codice numero 666 della lista dei codici che si chiamano così.




I codici 666 prendono il nome dalla quantità totale dei codici creati, cioè 666.

I codici sono impianti limitativi negativi, che una volta immessi nelle persone, emettono frequenze con un’intenzione specifica e con un risultato che in ultima istanza dipenderà dal livello di coscienza  e di volontà.

E’ lo strumento più usato, tra tanti, per mantenere l’umanità sottomessa, debole, indifesa e alienata. L’ora della verità è arrivata.
I simboli sono una fonte d’informazione inesauribile.

In quest’occasione ci hanno appena dimostrato che la chiesa cristiana, con la sua fondazione, è una attualizzazione del culto di Giano fatta con un abile cambiop di nomi: da Moloch a Giano e da Giano a Pietro.

Ci rimangono da studiare i simboli di Pietro che ci mostreranno che effettivamente la chiesa cristiana fu fondata sul culto di Giano.
  • Le due chiavi con cui Pietro apre e chiude il "Regno dei Cieli".
  • Il gallo, simbolo di Pietro, che è anche il simbolo della linea sumero anunnaki di Moloch/Ningishzida.
  • La croce invertita, il terzoz simbolo con cui si rappresenta Pietro, la cui posizione a testa in giù è molto sospetta.
  • Il trono di Pietro, o cattedra. Chi vi si siede è il "Dio in Terra".
E’ molto significativo che Pietro condivida due simboli basici di Giano.

Il primo è dato dalle due chiavi che danno a Giano il titolo di "dio delle porte" e a Pietro quello di Guardiano delle porte del "Regno dei Cieli".

L’altro è il gallo, animale che si consacrava al dio pagano visto che era il sincretismo del dio sumero anunnaki Moloch-Ningiszhida, il cui simbolo è sempre un uccello con il becco e gli artigli da rapace come succede con:
  • il Falco di Horus
  • il Gufo di Moloch
  • il Gallo di Abraxas
  • il drago ucciso da San Giorgio

A sinistra: il dio Giano e i suoi due simboli principali, il gallo e le chiavi.
A destra, San Pietro con le due chiavi e il libro
il cui significato egizio vedremo più avanti.


In Pietro, il gallo si riferisce a quando Gesù fu rinnegato per tre volte nella stessa notte in cui fu catturato:
"Ti assicuro che questa notte stessa, prima che il gallo canti la seconda volta, mi rinnegherai tre volte."
E le chiavi si spiegano con questa presunta frase di Gesù:
"Tu sei Pietro, e su questa pietra costruirai lamia Chiesa… A te darò le chiavi del Regno dei Cieli".
Le giustificazioni sono facili da inventare in una storia  dove non esiste nessun racconto diretto dei fatti, poiché i Vangeli sono stati scritti molti anni dopo e su basi di presunti riferimenti orali.

La maggior parte dei fatti della fede cristiana, poi, che oggi si danno per scontati - per dogma - sono stati concordati all’unanimità in alcuni dei 21 Concilii Ecumenici che la Chiesa ha organizzato per darsi una definizione secondo quanto le conveniva.

Il caso vuole che in Africa e in America (macumba e vudù) il gallo è un’offerta in numerosi rituali e sacrifici. E’ intimamente legato ai defunti ai quali fa da guida, il che è un legame ancestrale con Anubis, dio egizio dei defunti, come vedremo dopo.

Numerosi popoli antichi, invece, lo hanno considerato un simbolo del sole, per il suo canto mattutino e del fuoco per la sua cresta dal colore rosso vivo.

Nel 604, San Gregorio Magno cristianizzò la festa pagana dei Saturnali stabilendo la Messa del Gallo che si celebrava a mezzanotte prima di Natale. Al termine, i partecipanti cenavano insieme e da lì nacque il costume della Cena della Vigilia di Natale.

Un’immagine vale più di mille parole per descrivere come il culto di Giano si trasformò nel culto al Gesù del falso Pietro.

Un inganno che è durato nella storia fino al momento in cui il Papa ha ufficializzato la fine della chiesa pietrina baciando le reliquie di Pietro nella messa del 24 novembre.


Tre paia di chiavi che racchiudono il più grande inganno della storia.
(le chiavi di Giunone, il simbolo di Pietro, lo scudo vaticano)




Il Trono di Pietro

Nei primi secoli della nostra era, a Roma il banchetto funebre era una antico costume.

Il 18 di gennaio si celebrava il "Banchetto di San Pietro" che coincideva con la data di entrata del Sole nel segno dell’Acquario (Giano regge questo segno) e con l’inizio dello zodiaco mitriacoc. Una data rivelatrice poiché si commemora anche la morte come martire della montanista Santa Priscila.

L Chiesa poi cambiò la data della celebrazione con il 22 di febbraio per allontanarsi dal suo passato pagano sospetto e cirstianizzò la festa chiamandola "Cattedra di Pietro".

La parola "cattedra" significa sedia o trono ed è la radice della parola cattedrale.

Questa sedia non è solo una metafora, esiste realmente, dicono anche che sia la sedia dove si è seduto Pietro. In realtà si tratta del trono che Carlo il Calvo regalò al Papa Giovanni VIII e che fu incorporato all’altare del Bernini nel 1666 nella Basilica di San Pietro.

All’inizio era stato a Santa Priscilla sull’Aventino in un altro tentativo di assimilare i rivali montanisti per attrarre i loro devoti e disattivare così la loro concorrenza.

Con lo stesso obiettivo, giusto sopra il trono dello stesso altare, risplende una bella vetrata. Lo Spirito Santo era già stato incorporato dalla chiesa vincitrice di Pietro/Moloch nel Concilio di Nicea.


Altare di San Pietro,
con la impressionante "Cattedra di Bernini" e il trono di Pietro intarsiato.




La Croce "satanica" di Pietro

Alcuni troni su cui siedono i Papi in Vaticano hanno nella parte della spalliera una croce invertita, il che secondo alcuni è la dimostrazione che in Vaticano si celebrano messe nere e che il Papa stesso è il diavolo.

C’è una ragione per questa croce: il Papa è il successore di San Pietro e pertanto è l’erede anche del suo simbolo, la croce invertita.

Secondo la leggenda, creata ad hoc, poiché nella Bibbia non se ne parla, San Pietro morì crocifisso a testa in giù su una croce infissa al contrario.


La sedia dove era seduto il Papa sul Monte delle Beatitudini
ha una Croce Invertita sulla spalliera


Nonostante questa corretta giustificazione, il fatto che la leggenda scelta sia questa e non un’altra, deve rispondere a qualche motivo.

Abbiamo già constatato in diverse occasioni che dove non arriva la storia, arriva la leggenda, una fonte inesauribile di ammiccamenti e verità semi nascoste o encriptate.

Il messaggio sembra molto chiaro:
il falso Pietro, il riconvertito Pontefice Massimo di Giano è un Gesù al rovescio, un anticristo.
E se la croce invertita è il simbolo base nelle cerimonie sataniche ci sarà un motivo; le casualità on questi temi non esistono.

Ricordiamoci che Giano/Moloch/Ningishzida è il figlio di Enki (per noi Lucifero) e fratello di Marduk (per noi Satana).

Tutto rimane in famiglia...


Sinistra: illustrazione di Pietro a testa in giù sulla croce.
Destra: la croce inversa usta nelle cerimonie sataniche




Pietro a Roma?

Infine, è importante notare che mai nella Bibbia si dice che Pietro sia stato a Roma o che sia stato crocifisso.

E’ tutto il contrario: nell’anno 45 d.C. circa, troviamo Pietro a Gerusalemme chiuso in prigione (Atti 12:3, 4). Nel 49 d.C. continua  a stare a Gerusalemme , questa volta assiste a un Concilio.

L’unica menzione della presenza di Pietro a Roma che sbandierano i difensori della veridicità della leggenda, è che in una epistola saluta Babilonia e loro la interpretano come fosse Roma, nonostante le differenti Babilonie che esistevano al tempo.




Come si vede la chiesa che Pietro ha costruito non ha origine da Gesù.

Essa ebbe origine da una guerra civile tra bande pagane che litigavano per la stessa cosa, che sostenevano come un trofeo di caccia crocifisso su una croce, trofeo che in maniera ignobile continua a essere esibito in milioni di templi in tutto il pianeta.
"La storia del falso Pietro", però, risale a molto tempo prima nella storia…all’Egitto.



Pietro, professione dio

Nell’antico Egitto Thot era il dio della saggezza e della magia, inventore della scrittura, protettore degli scriba, delle arti e delle scienze.

Era il dio lunare e in quanto tale presidiava il suo ciclo mensile e controllava il passare del tempo e il calendario, come Giano. Era rappresentato con le sembianze di un uomo dalla testa di ibis, con una penna e una tavoletta o pergamino per scrivere.

E anche con l’Ank, che lo identificava come dio immortale e abbiamo già visto che ha lo stesso simbolismo delle chiavi.

Come inventore della scrittura e protettore degli scriba era rappresentato con una penna e un papiro. Nell’antico Egitto, i papiri erano come i nostri libri poiché non erano ancora stati inventati la carta e la stampa.

Pietro, come Thot, è rappresentato con un libro in mano…

A volte Thot porta in mano una specie di pastorale, cosa che Pietro il falso gli ha copiato e che oggi continua ad essere uno dei segni più visibili dei Papi e dei vescovi.


Thot il dio che ha insegnato la scrittura all’umanità
e Pietro con i suoi principali attributi, la chiave e il libro.


Thot era lo scriba durante il "Giudizio di Osiride", la cerimonia nell’aldilà in cui si pesavano le anime per giudicare se meritavano il viaggio nell’aldilà o dovevano scomparire divorate da Ammyt, la "divoratrice di cuori".

Nel giudizio, Thot coincideva con Anubis, che in realtà è il suo alter ego.


Anubis e Thot due aspetti dello stesso essere,
ambedue con l’Ank, la chiave di Giano e di Pietro nella versione egizia.


L’animale di Anubis è lo sciacallo, canide dello stesso gruppo del lupo (vedi i lupi di San Valentino) il cane e il coyote, dettaglio che più avanti nella storia del cristianesimo sarà molto rivelatore, poiché lo vedremo in una miriade di santi e dottori della Chiesa.

Era l’arcangelo che guidava lo spirito dei morti "nell’altro mondo" attraverso le dodici porte nel suo viaggio verso l’aldilà e la resurrezione, aiutato dalle indicazioni del "Libro dei Morti", quindi con Anubis è il predecessore dell’archetipo del "Signore delle porte" che poi saranno Giano e Pietro.

In America, Thot/Anubis divenne Quetzalcoatl, il "Serpente Alato" o "Serpente Piumato", perché la famiglia che dirige gli anunnaki gli affidò questi territori lontani, frutto dei loro costanti conflitti interni.


Thot/Anubis come Quetzalcoatl,
"l’Araba Fenice americana"


Il serpente alato è una forma idonea a descrivere il simbolo del lignaggio di Ningishzida/Giano/Pietro: un essere metà rettile e metà uccello, come i draghi e l’Araba Fenice.

L’ animale di Thot era un ibis che si inquadrerebbe in questo gruppo anche se è più simile al Pavone Reale e all’Araba Fenice.

Secondo i miti egiziani e sumeri, il dio Thot (Ningishzida) fu esiliato da Ra (il suo fratellastro Marduk, ambedue figli di Enki) e fuggì con un gruppo di uomini in un altro posto.

I miti americani raccontano che Quetzalcóatl, dio della scienza e del calendario, arrivò con un gruppo di uomini dal mare da est… Conosciuto poiché i Pontefici Massimi di Giano furono i primi vescovi e papi della chiesa cristiana.

Adesso vediamo chi furono i primi fedeli.




I primi cristiani di "Pietro"

Il culto di Giano mutò per assimilarlo alla futura religione cristiana e per assorbire e distruggere il messaggio di Gesù, sua grande ossessione fallita.

Molti di questi cambiamenti ci fanno pensare a precedenti conoscenze persiane e egiziane che finirono col creare un amalgama chiamata Gnosi (dalla Gnosi storica non la Gnosi corrente filosofica moderna).

I primi Papi furono gnostici, anche se secoli dopo,  questa corrente sarebbe stata dichiarata eretica. Uno dei Vangeli Gnostici è proprio quello di Pietro, trovato in Egitto nel secolo XIX anche se la paternità non è credibile.

La scoperta dei manoscritti di Nag Hammadi nel 1945, dimostra l’irrefutabile cristianità degli gnostici primitivi contro l’immagine distorta che se ne aveva prima. Fino a Nag Hammadi, l’informazione che si aveva sugli gnostici proveniva proprio dai loro detrattori e rivali montanisti come Tertulliano o Ireneo.

Gli Gnostici sono il prezzo che completa il puzzle della formazione della chiesa cristiana e il pezzo che completa il rompicapo della Città Santa.

Gerusalemme è divisa in quattro quartieri per ognuna delle grandi religioni monoteiste. Uno di questi è il quartiere della chiesa di Armenia, anch’essa gnostica. Gerusalemme che nell’antichità era considera il centro del mondo, è stato il grande campo di battaglia della storia dell’umanità.

E’ una miniatura del mondo e della storia che racchiude la mappa di un tesoro, il tesoro della "Verità".

Forse per questo  tutti hanno ambito ad avere Gerusalemme, sia in passato che al presente. E’ una mappa della "Verità" composta da molte bugie, una mappa del campo di battaglia dei Capi dell’O.O. - Origine della Oscurità.

É il mappa delle fazioni e i lignaggi anunnaki passati all’umanità attraverso i loro servitori.


Piano della città fortificata di Gerusalemme e dei suoi quattro quartieri:
Porpora: Quartiere Armeno - Cristianesimo di Moloch/Ningshzida
Giallo: Quartiere Ebreo - Ebraismo di Geova e di suo figlio Ninnurta
Rosso chiaro: quartiere Musulmano - Islamismo di Sin e di suo fratello Ninnurta
Celeste: Quartiere Cristiano - Cristianesimo che all’inizio fu di Moloch e oggi è di Ishtar-Mitra


Però gli Gnostici e i loro simboli universali hanno in serbo per noi una sorpresa…




Abraxas, il gallo gnostico

Il simbolo più importante dello Gnosticismo è Abraxas, il demiurgo, molto utilizzato in alchimia e nella Massoneria. E’ un essere metà serpente e metà gallo (...sempre la stessa mescolanza tra uccello e rettile).

Le due teste opposte di serpente che sono le sue zampe sono le due chiavi di Giano e di Pietro assimilate però al simbolo di Lucifero che è il serpente.


Abraxas con la sua cresta coronata, come nelle monarchie
e le due chiavi di Pietro>Giano>Thot



Il logotipo della famosa caffetteria Starbucks,
è una attualizzazione del simbolo di Abraxas.
Il logotipo del centro è una versione antica della catena,
dove si vedono meglio le due zampe di serpente
e la corona monarchica o cresta di gallo.




Ouroboros e il codice nascosto

Per finire ecco l’altro grande simbolo gnostico: l’Ouroborus.

Si tratta di un drago o serpente con la coda in bocca,che divora se stesso. Evoca la natura ciclica delle cose, l’eterna rinascita, il simbolo dell’Araba Fenice.




Ambedue sono il grande simbolo del "Re-inizio Anunnaki", lo "spegnere e accendere per iniziare di nuovo" che fanno nella storia. É la forma del loro perpetuare la posizione dominante e la schiavitù dell’essere umano, nonostante abbiano i giorni contati.

Ha funzionato con il "Diluvio Universale", ma fallì nel 2011.


L’Ouroborus e lo "Yin Yang",
un similarità ragionevole e una stessa origine.





In alcune rappresentazioni l’Ouroborus si vede con la metà chiara e l’altra scura, il che ci fa ricordare la dicotomia  di altri simboli simili come lo Yin e lo Yang o l’unione dei due opposti come succedeva con le chiavi di Giano.

E’ anche l’origine di una frase molto celebre:
"Il serpente che si morde la coda".
E’ un fatto che dietro molti dei segni ermetici più conosciuti o dietro molti simboli più quotidiani e anche dietro alcuni logotipi di grandi compagnie si trova il codice 666.

Vediamo cosa c’è dietro l’Ouroborus...

L’Ouroborus è uno dei codici 666 che più elegantemente sono stati camuffati per passare inosservati nei secoli e nelle civiltà.

E’ il cerchio della Perfezione, dell’Unità, interrotto da un’apertura che evoca la funzione con cui è stato programmato il codice: aprire una fuga di energia nel campo magnetico dove si applica, siano esse persone o luoghi.


L’ Ouroborus semplice: un codice 666


Un cerchio interrotto che già abbiamo visto nel Disco Solare che Horus e altre divinità egizie portavano sulla testa e che fino a oggi, grazie all’Ouroborus, non avevamo messo in relazione cn un codice 666.

Questa è la ragion d’essere di un altro dei grandi simboli egizi, anch’essi in relazione con i codici.




E come regalo per coloro che hanno letto questo articolo fino alla fine - un po’ più lungo del solito -  qui avete il significato dell’aureola dorata che tutti i santi cattolici hanno sulla testa.

L’aureola, che è il Disco Solare egizio, simbolizza il dio Sole ma anche l’Ouroborus gnostico.

E dietro a tutto, un codice 666...


Ecco qua!


L’ora della verità è arrivata.

E questo ci porta a uno degli obiettivi che cerchiamo con questi articoli:
dimostrare l’onnipresente influenza degli esseri della O.O. - Origine dell’Oscurità nella nostra storia, ma anche nel nostro presente - perché non se ne sono andati del tutto, rimasero in forma astrale con noi e avevano lasciato tutto preparato per rientrare fisicamente e ricominciare come l’Araba fenice.



Con l’aiuto dei capi a cui avevano lasciato il comando, hanno determinato la nostra vita sequestrando la nostra salute e libertà.

Con strategie proprie di una tecnologia che potremmo sicuramente chiamare magia nera, ci mantengono in uno stato di ignoranza e infelicità che ci rende vulnerabili, docili e manipolabili.


Non esiste un’area della nostra società in cui non arrivino i loro tentacoli avvelenati.
Firefox, uno dei navigatori più usati di Internet
È l’Ouroborus o il serpente Jormungand.


Anche nella mitologia nordica troviamo un equivalente dell’Ouroborus.

E’ il serpente Jormungand, che crebbe così tanto da poter circondare il mondo e mordersi la sua coda con i propri denti.

Questo è il simbolismo su cui si basano i creatori del popolare Navigatore Firefox, il cui anagramma è il serpente Jormungand, ma in versione volpe che si morde la coda.

Il nome originario di Firefox fu Phoenix - L’Araba Fenice - ma per problemi di licenze si dovette cambiare.

Dopo si chiamò "Firebird" (Uccelo di Fuoco = Araba Fenice), che fu abbandonato anche per questioni legali. E’ chiara la determinazione di vincolarsi a simboli dell’OO. - Origine dell’Oscurità sul pianeta.

Non è l’unico caso, ci sono centinaia di logotipi di grandi marche e imprese che si basano su questi simboli e sui codici 666. Sarà che funziona…forse stiamo difronte al racconto di Faust che ha venduto la sua anima al diavolo in cambio del successo, tutto questo adattato al mondo delle imprese.

La prova irrefutabile che la chiesa di Pietro fu la chiesa degli eretici gnostici è Jerónimo de Estridón o San Geronimo.

San Geronimo è uno degli Gnostici più famoso, redattò la Bibbia ufficiale sulla quale si basò la Chiesa fin dal secoclo IV fino al 1979.

Tradurre un’opera è una occasione memorabile per manipolarla, soprattutto se è la prima volta che si traduce da una lingua che quasi nessuno conosce. Papa Damaso I incaricò San Girolamo di questo lavoro, una traduzione della Bibbia in latino, la lingua del popolo.

A quei tempi tutte le Bibbie erano scritte in grco o in ebraico, per questo la si conosce come La Vulgata (da vulgata editio ovvero "edizione popolare").

La traduzione della Bibbia dal greco al latino ha fatto sì che San Geronimo divenisse il Patrono dei Traduttori e che nel giorno della sua morte si celebri la Giornata Internazionale della Traduzione.

La traduzione più trascendente dell’umanità fu fatta in un momento storico determinante, quando Costantino I iniziò l’espansione e la legittimazione del Cristianesimo e Teodosio I la rese religione ufficiale dell’Impero.


Gli attributi di San Girolamo
 Sono il teschio e i libri, che furono usati anche da San Pietro e Thot.


La nascita ufficiale della nuova Bibbia fu così intenzionale che oggi tutti la diamo per buona e San Geronimo è rimasto segnato per sempre, dall’occultismo, per la bugia o detto con parole tipiche del suo linguaggio "per il velo sulla verità".

E questo ci porta a Madrid, al luogo in cui fu incoronato re Juan Carlos, il Taller, altro personaggio che la storia ha etichettato nello stesso modo.

I lettori abituali di questi articoli sanno già che una delle cose su cui insistiamo di più è che "E’ arrivata l’ora della Verità". Lo stiamo vedendo in Spagna, dove qualcuno ha rubato il tappeto che nascondeva tutta la merda, ma non lo diciamo per questo: lo diciamo, tra le tante cose, perché sappiamo che nel 2012 fu eliminato un lavoro di magia in una chiesa dedicata a San Girolamo in Madrid…




Chiesa di San Girolamo, Madrid

In questa chiesa madrilegna, attaccata al Museo del Prado, si venera San Girolamo, l’essere che ha avvelenato la Verità e per giunta fu santificato proprio per quello.

Il Jerónimos è un antico convento, oggi chiesa, molto legata alla monarchia spagnola. Fu la prima residenza a Madrid, quando ancora la Capitale di Spagna era Toledo ed è stato il posto scelto per molte celebrazioni reali come matrimoni (l’ultimo quello di Alfonso XIII) o giuramenti degli eredi alla corona, come nel caso di Juan Carlos I.

Una innocente chiesa, in apparenza, ma che custodisce gelosamente il "Velo" un lavoro di magia che copre la verità con un manto che ci impedisce di vederla.

E’ un lavoro di magia ancorato nel mantello di una figura di Ishtar/Inanna (qui rappresentata come la Vergine Maria), la cui finalità è che il pensiero degli esseri umani abbia una tendenza naturale, uno sviare automatico verso il pensiero dell’O.O. - Origine dell’Oscurità su questo pianeta - gli antichi falsi dei.
Una modo facile, automatico, perpetuo di manipolare tutta la società e tutta la storia.


Facciata della chiesa dei Jerónimos.
A destra, la Vergine dove sta attaccato il lavoro di magia del "Velo"
con la sua corona solare e le stelline a otto punte di Ishtar.


Questo lavoro, come lo abbiamo descritto nell’articolo Juan Carlos de Borbón, de "el Elegido" a "el Caído", è stato già eliminato nel 2012.

Curiosamente, da allora, ad alcuni monarchi e a le loro famiglie sta capitando tutto male  perché si sta sapendo tutto quello che mantenevano occulto e malamente. Cose del "Velo".

Finiamo questa parte dedicato al grande inganno della chiesa cristiana con l’ultimo ritratto che è stato fatto al suo fondatore, il falso Pietro.

E’ una foto scattata lo scorso 24 novembre a Piazza San Pietro a Roma alla chiusura dell’Anno della Fede…




Nella cassetta che porta Papa Francesco ci sono le reliquie "presunte" dell’apostolo Pietro, false come l’idea che venne a Roma e che ne fu il primo vescovo e primo Papa.

Un Papa concentrato le ha presentate per la prima volta in pubblico lo scorso novembre e le baciò con trasporto.

E’ stata una cerimonia solo per iniziati, dove si celebrava la vittoria finale della Chiesa dei Gesuiti, dei servitori di Ishtar/Mitra e degli eredi dell’antica eresia del Montanismo, sulla chiesa cristiana e gnostica primitiva del falso Pietro, cioè la bugia della Chiesa di Giano/Thot/Moloch/ Ningshzida.

Il bacio di Francesco alla cassetta fu il bacio della VITTORIA, della fine di questa guerra civile anunnaki che è stata la chiesa cristiana dalla sua fondazione! E tutto in nome di Gesù e dell’amore!

Gesù che si strappa le vesti mentre mormora quello che tantissime volte deve aver detto a se stesso:
"Non più in mio nome".
Il bacio del Papa alle reliquie di Pietro
È come il famoso bacio della fine della 2º Guerra Mondiale.
Un bacio rituale carente di amore.
Il bacio della Vittoria.




L’unica cosa buona delle guerre è che dopo arriva la PACE.

Loro hanno insegnato agli esseri umani le guerre, quelle guerre che l’uomo potrà dimenticare per sempre quando loro e tutti i loro servitori se ne andranno per sempre. Succederà molto presto.


FINE

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